Ma il progetto continua a marciare. Il presidente della
Spes, incurante dei “moniti” che gli vengono dagli anziani
consiglieri, invita Federico e i suoi familiari all’inaugurazione
della mostra, che trova una sede adeguata a Santa Maria delle
Grazie, autentico tempio mestrino della cultura. All’invito
arriva una risposta affermativa. È una lettera che abbiamo
deciso di riportare integralmente e che Sergio Colorio si porta
sempre dietro, al lavoro, in viaggio, ovunque vada. “Leggi
questa e ogni tuo problema ti sembra una sciocchezza” dice.
“È
con viva commozione, Sig. Presidente, che abbiamo letto la
Sua lettera. La vicissitudine che ci vede così tragicamente
coinvolti ci ha fatto conoscere un mondo, del quale pochi ne
sono coscienti: un mondo con ancora tanta solidarietà,
tanta comprensione, tanto altruismo, che sembra apparentemente
non esistere, ma che al momento giusto, viene a galla, per
dimostrare che il buono c’è e che niente e nessuno
potrà mai soffocare. Grazie, Cav. Colorio, per la testimonianza
affettuosa che gratifica il nostro dolore. Il Suo altruismo
certamente Le ritornerà, commutato in tante soddisfazioni
per il sodalizio che Lei presiede. A presto arrivederla, Federico
e i genitori”.
La stampa locale comincia a lanciare l’iniziativa: “Lo
sport nell’arte - Mostra per Chiarugi” titola la
Nuova Venezia, mentre il Gazzettino parla di “Artisti
in aiuto di un ginnasta”. Entrambi puntano la loro attenzione
sull’adesione dei pittori, che saranno alla fine 53.
All’inaugurazione, il 14 novembre 1987, e cioè esattamente
un anno dopo l’incidente che ha privato Federico dell’uso
delle gambe, prende parte anche Bruno Grandi, presidente della
Federazione, e da poco anche vice presidente del CONI. Non
sarebbe da raccontare, ma Colorio e Grandi hanno bisticciato
al telefono a proposito della presenza del secondo a Mestre
in questa occasione. Ma fu un bisticcio che si risolse subito,
anzi Grandi arrivò addirittura accompagnato dalla moglie.
La mostra viene costantemente seguita dagli organi di informazione,
e questa è una circostanza strana, dal momento che di
solito, qualsiasi evento artistico viene accantonato dalle
redazioni una volta avvenuta l’inaugurazione. |