Risolto questo problema, c’erano per fortuna
i successi sportivi, importante cassa di risonanza a livello nazionale:
Colorio ricevette un premio all’assemblea nazionale della
Federginnastica, organizzata a Modena nel centenario della nascita
di Alberto Braglia,
forse il padre della ginnastica artistica moderna in Italia.
La società mestrina
si faceva largo in tutti i modi: il nuovo volto era quello di una
ragazzina, che a 13 anni
stava oscurando il mito della vicentina Laura Bortolaso: Leonilde
Jannuzzi, che a dicembre, battendo proprio la suddetta, più vecchia
di dieci anni, aveva portato la Spes a vincere il Trofeo Italia a
Firenze. “Decisamente - scriveva in quell’occasione Francesco
Marcuglia - a Mestre sta sorgendo una nuova, ennesima stella”.
Questo mentre in via Olimpia si inaugurava la nuova palestra
dove avrebbero trovato sistemazione i pesisti della Spes, oltre
agli
schermidori mestrini guidati dal maestro Di Rosa.
La notizia, sia pure con alcune imprecisioni (si parla di un
certo Colorno, non meglio precisato “dirigente” della Spes),
appare anche in un servizio della pagina veneziana dell’Unità,
a firma di Gildo Campesato.
Il cambiamento d’immagine è tangibile, ma lo rende ancora
più visibile il contatto con gli sport maggiori, ossia più ricchi:
così, sulla Gazzetta del Lunedì, la cui citazione è praticamente
un sogno per tutti gli sportivi, Augusto Berton, raccontando la partita
Mestre-Mira di serie C/2 il 20 febbraio ’84, può scrivere: “NOTE:
(...) Prima della partita il presidente della Spes rag. Colorio ha
premiato il giocatore del Mestre Cardaio”. La Spes era finita
nelle pagine del calcio del lunedì della “rosea”!
Nel febbraio del 1985, un servizio di due pagine sugli 82 anni
della Spes, a firma di Alessandro Ongarato, appare sul mensile “La
Gazzetta di Venezia”. Ci sono la foto storica della prima Spes,
e quella di Colorio con i suoi “gioielli” (Lazzarich
e Corrà). Ongarato, che è solito cogliere aspetti particolari
dalle varie situazioni, e lo fa anche oggi che lavora per i TG Fininvest,
era partito da una constatazione: la fama televisiva di Diego Lazzarich
come campione di quiz nella trasmissione di Canale 5 “Tuttinfamiglia” stava
facendo bene, di riflesso, alla ginnastica, “disciplina prettamente
dilettantistica, e il «sistema» premia l’attività sportiva
solo se intesa quale professione”. |
Nelle sue parole di allora, malgrado
i passi avanti fatti in termini di immagine, Colorio doveva continuare
il suo lamento. “Purtroppo
paghiamo anche noi come tanti lo scotto duro del calo demografico,
la concorrenza periferica delle società ginniche sorte in
questi anni, il boom di sport quali basket, scherma, pallavolo. Negli
anni Settanta, chi voleva iscriversi alla Spes doveva essere raccomandato,
oggi la situazione è radicalmente mutata. Siamo rimasti in
300”. Nell’articolo di Ongarato, si accennava già ad
un quattordicenne “splendido”, Gian Matteo Centazzo,
quell’anno campione regionale juniores. Ne avremmo risentito
responsabilizzazioni per ognuno: l’idea di Colorio, presa
dal suo lavoro aziendale.
Intanto, ci sono ancora momenti negativi da sopportare.
Li racconta Michele Contessa nella Nuova Venezia del 6 giugno ’85. “Il
contributo della società ginnica mestrina nell’ambito
sportivo internazionale, la sua possibilità di portare sempre
più in alto il nome di Mestre, dal momento che la sua fama
ha da tempo varcato i confini nazionali, dovrebbe stimolare le autorità locali
a non rimanere insensibili a certe esigenze di ordine economico. «Non
abbiamo potuto mandare i nostri ragazzi a Cracovia - ha detto Colorio
- solo perché non siamo riusciti a raccogliere tre milioni
per la trasferta».

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