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I vertici societari se ne accorgono. Infatti, la relazione di Colorio all’assemblea ordinaria del 24 maggio 1991, accenna a qualche problema: “L’affacciarsi a nuove responsabilità ha ovviamente aumentato il carico organizzativo delle singole sezioni, che hanno così dovuto affrontare in prima persona decisioni precedentemente delegata alla società. È quindi corretto in questa sede prendere atto della necessità oggi ritornata pressante di una maggiore coesione, per fronteggiare il moltiplicarsi degli impegni, razionalizzando le capacità già in essere all’interno della società stessa. È in quest’ottica che va vista la richiesta di una maggiore vicinanza della società ai problemi particolari delle sezioni, per ottimizzare gli sforzi ed evitarne l’infruttuoso sovrapporsi. Anche la vita delle sezioni segue infatti i giusti cicli storici che, nell’ordine dettato dalle naturali esigenze che si susseguono, richiedono di volta in volta impegni commisurati alla logica dell’indipendenza o del controllo, dell’autonomia e del sostegno, in un piano globale di mutuo sviluppo”. Gli atleti intanto fanno il loro dovere, anzi di più, tanto che il prefetto di Venezia