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Dalla piccola Mestre, agli albori del Novecento, alla grande Mestre di oggi: quasi un secolo di vita segnato da tanti avvenimenti di storia patria che in misura notevole hanno influito anche nella evoluzione della nostra città. Ci sono rimasti tanti sbiaditi reperti fotografici a ricordarci che cos’era la Mestre del primo novecento: un borgo di 10mila abitanti che, nel suo piccolo, aveva già un’anima cittadina. Della storia di allora una pagina significativa ci è stata tramandata: la fondazione della Società Ginnico Sportiva “SPES”, avvenuta nel 1903 per iniziativa di un pugno di pionieri sportivi che all’ombra dell’Arcipretale di S.Lorenzo e dell’adiacente Scuoletta, hanno trovato i primi spazi angusti, ma preziosi per dare impulso alla loro passione per la ginnastica. Non facciamo nomi perché quelli sono già scolpiti nelle pubblicazioni che hanno preceduto quest’opera. Ma ci è parso doveroso partire dalla fiaccola iniziale per sottolineare la presenza storica della Spes nel contesto delle tradizioni più care di Mestre.
Nei primi anni di vita troviamo una Spes che germoglia e prolifica sulla spinta di grandi entusiasmi e accanto alla disciplina principe della ginnastica, cercano spazio anche il pugilato, la scherma, il calcio, la palla a sfratto: un’attività poliedrica di società sportiva adeguata al fervore dei tempi. Chi si ricorda della palla a sfratto? Oggi una disciplina sconosciuta, allora un cimento di tanti giovani che misuravano la loro forza lanciando il più lontano possibile una palla di cuoio ripiena di sabbia e munita di una impugnatura semicircolare. In prevalenza l’attività agonistica si limita ai confini regionali, ed era già molto per quei tempi in cui, tanto per farsi un’idea, a Mestre funzionava ancora il tram trainato da cavalli.
Solo nel 1911 la Ginnastica Spes comincia a far parlare di sé nell’agone nazionale conquistando due primi premi al Concorso Nazionale di Roma. Poi la prima guerra mondiale e anche Mestre posta nelle immediate retrovie del fronte alpino e sul Piave, vive e soffre la tragedia bellica scrivendo nelle prime pagine della sua storia i nomi di alcuni valorosi caduti: Angelo Checchin, Albino Poletto, Angelo Goattin, Antonio Padovan.
Nel 1919 la Spes rinasce ed entra nel secondo ciclo di attività con un prorompente programma di intenti la cui risultante più significativa è la partecipazione nel 1924 al Concorso Internazionale di Parigi, rassegna ginnica grandiosa per quei tempi, nel cui fulgore la Spes trionfa aggiudicandosi il trofeo più ambito, il “Grand Prix de Paris”. Alla fine dell’anno successivo per decreto governativo anche la Spes sospende l’attività, ammaina la bandiera per lasciare spazio alle organizzazioni sportive di regime.