LA NOSTALGIA RENDE TUTTO PIU’BELLO
Ho letto alcuni articoli su Novantesimo Minuto, anche da parte di firme autorevoli della critica televisiva, che magnificavano l’era-Valenti e i famosi corrispondenti locali che si identificavano con le varie città e rispettive squadre. Su internet, dove chiunque può commentare tutto, come del resto faccio anch’io nel mio sito – e ci mancherebbe, tutto si può dire, basta non offendere nessuno e purché si rimanga nel lecito – leggo commenti visti da destra o da sinistra (tutto è politica, ahimé, nel paese delle dietrologie) e parecchi “non rimpiangeremo Civoli, Paris”e cito questi colleghi perché, dato che alcuni hanno fatto proprio questo confronto, onestamente, mi sembrano più competenti in materia calcistica di alcuni che affollavano il programma di Paolo Valenti.
Sono giovane, ma non abbastanza da non ricordare che cosa si diceva - e cosa dicevano i critici - di Novantesimo quando c’erano Tonino Carino, Giannini, Vasino, Bubba, Castellotti, Necco e così via: si parlava, in senso sprezzante, di “teatrino regionale”, da alcuni commenti in effetti non si capiva molto della partita, anche se c’erano le immagini a mostrare i gol e in studio Valenti (lui sì) professionista sopraffino. Sapeva correggere gli errori altrui senza darlo a vedere, dando invece l’impressione di integrare. Valenti aveva capito tutto: andava in onda all’interno di un programma per famiglie, com’era allora Domenica in, e dava ai telespettatori quello che sapeva loro avrebbero chiesto, i gol, un linguaggio semplice per chi faceva il tifo senza essere un tecnico, e dei personaggi, come molti corrispondenti o inviati. In quella squadra, peraltro, c’erano giornalisti che sapevano raccontare il calcio, come Beppe Barletti, Franco Strippoli, oppure che essendo più esperti di altri sport, si limitavano al racconto semplice della partita, con una sintesi molto gradita e ineccepibile, come Marco Lucchini.
Chi criticava questo programma, lo rimpiangeva poi con la gestione Maffei, molto più stile “Tg 1 sport”, con più inviati e i soli Strippoli, Lucchini e Barletti “superstiti” della vecchia squadra. E poi, con la conduzione Galeazzi, tornava a criticare il “teatrino”.
Così come non era tutto bello allora, e ci arriva edulcorato dai ricordi del passato, non è tutto da gettare oggi. Faccio un esempio non calcistico, ma credo sia un confronto da fare, dato che Gianni Vasino è uno dei telecronisti che più criticano i colleghi di oggi, sia della tv pubblica che privata. Erano migliori le sue telecronache delle gare di tuffi, o sono migliori quelle di Stefano Bizzotto? Quanti gradivano le telecronache calcistiche di Giorgio Martino, giornalista di grande esperienza televisiva e con una dizione perfetta, che ha commentato qualsiasi sport, ma che dava il meglio di sé probabilmente nella sua impeccabile conduzione in studio? Come si vede, ci sono mille sfaccettature e combinazioni, compreso il nostro ricordo – che è anche ricordo di bambini o ragazzini – che migliora il passato o ce lo fa vedere comunque diverso, bello, come i nostri sogni “in pantaloncini corti”.
Certo, mi ha fatto effetto vedere la sigla di Novantesimo Minuto, e sentire quella musica, su Raitre e per la serie B. Però Franco Lauro si è dimostrato degno di quella trasmissione, e secondo me anche migliore di qualche suo predecessore che condusse il programma su Raiuno e per la serie A.
Ultima sottolineatura: un mio pezzo rievocativo dedicato a Novantesimo minuto per il sito Pagine 70, è stato spesso citato da altri siti. È una cosa che mi fa piacere, anche perché era un atto d’amore per quella trasmissione, che io rimpiango, bella o brutta, pittoresca o professionale che fosse, in tutto l’arco della sua storia; mi farebbe piacere anche che tutti quelli che hanno pubblicato il pezzo del tutto o in parte ne citassero l’autore, dato che qualcuno – pochi in realtà - ha “attinto alla fonte”facendo finta che fosse farina del suo sacco… Grazie.