INTERVISTA NUMERO 20:
ROBERTO SECCI
Ci sono persone che conosci da anni, con cui hai lavorato insieme, che poi perdi di vista, e la vita ti fa ritrovare. Rapporti professionali che sono anche umani, di amicizia, in qualche modo di affinità radiofonica. E’ il caso ad esempio di Roberto Secci, che conosco da anni, dai tempi di Area, e che oggi ho ritrovato come…mio direttore, lavorando all’agenzia GRT. Per noi è stato come ritrovare un pezzetto di storia della nostra vita, forse anche di sentirci un po’più giovani, anche se da quei tempi, di esperienza ne abbiamo fatta entrambi e ora ci ritroviamo a fare un altro pezzo di strada insieme.
Roberto Secci: una infinita storia radiofonica, un amore innato per il giornalismo e per la radio. Quando e come hai cominciato?
Ho cominciato per gioco il 9 agosto del 1976. Allo Stadio dei Marmi di Carrara avevamo organizzato un concerto di Antonello Venditti : entrai in contatto con i ragazzi di Radio Riviera Apuana e fu subito amore. La radio è sempre stata la mia vera passione: da bambino passavo molte attaccato al mio “transistor” sintonizzato su Radio Monte Carlo. Il mio mito era Awana Gana , con il quale ho avuto il piacere di lavorare a Nonsolomusica e che oggi è uno dei miei più cari amici. Per definire “uno di noi” si dice “radiofonico”: se potessi aggiungere una mia definizione allo Zingarelli scriverei: UOMO O DONNA CHE AMANO LA RADIO E VI HANNO FATTO DI TUTTO . NON POSSONO STARE LONTANO DA UNA “RADIO” PER PIU’ DI 48 ORE. Anche oggi, dopo 29 anni, per me , è ancora così.
Mi fa piacere che parli di Awana Gana, un altro radiofonico veneziano, come me, anche se non ci siamo mai incrociati lavorativamente, e mi dispiace molto. Sei molto legato ai temi dell’emigrazione, anche perché te ne occupi da sempre con l’agenzia Grtv; per molti l’immigrato di oggi è un po’ l’emigrato di ieri, straniero nella vecchia patria cui resta legato, e straniero nella nuova. Nessuno ha la bacchetta magica per affrontare una questione che, specialmente adesso con il problema del terrorismo, è diventata complicatissima, ma già lo era prima; in questi anni che idea ti sei fatto?
In realtà sono più legato all’immigrazione per cultura: ho sempre pensato che la solidarietà tra i popoli sia necessaria e possa aiutare tutti. L’agenzia Grtv è controllata dalla nostra agenzia da due anni: in questo lasso di tempo ho imparato molto dal rapporto con le tantissime organizzazioni di Italiani nel mondo , dalle strutture che in Italia operano a favore dei migranti. Ho ritrovato anche tanti amici che in questi anni avevo perso di vista. Sono convinto che il fenomeno della migrazione debba essere affrontato con maggiore serietà e decisione. Gli episodi di Londra delle ultime settimane alimentano la paura" verso gli immigrati clandestini, talvolta criminali, spesso forza lavoro più che competitiva che toglie lavoro ad altri italiani . Sono sempre stato convinto, e oggi ancora di più , che il mondo dell’emigrazione e quello dell’immigrazione, formano un continuum storico e giuridico che può essere accomunato dalla battaglia per l’indivisibilità dei diritti umani, sociali, civili e di rappresentanza che, per oltre un secolo, ha contraddistinto l’azione degli italiani nel mondo, e che oggi vede impegnati gli immigrati e le forze progressiste nel nostro paese. Spesso dimentichiamo che ci sono tanti immigrati regolari che si sono perfettamente integrati nel nostro tessuto sociale che stanno contribuendo a rafforzare la cultura dei nostri figli . Dimentichiamo o ignoriamo la paura che attanaglia, quotidianamente, gli immigrati che arrivano sul nostro territorio, la loro insicurezza, la dimensione di quasi totale assenza di diritti, il loro dover sottostare ad una legislazione vessatoria come quella imposta dalla Bossi Fini, lo spregio e lo sfregio dei diritti umani e del diritto internazionale nella gestione dei Centri di Permanenza Temporanea.
Hai fondato con altri colleghi e dirigi l’agenzia Grt: in che cosa si può differenziare l’offerta qualitativa di un’agenzia radiofonica rispetto all’informazione che si trova in un network commerciale?
Intanto i format e contenuti di un prodotto d’agenzia devono essere orientati al soddisfacimento della propria clientela. L’Agenzia Grt è nata da una richiesta di mercato pressante che “voleva” un prodotto “puro” integrabile con i palinsesti di emittenti commerciali. Abbiamo fatto una scelta dirompente: fuori la pubblicità e le “marchette” dai giornali radio , conduzione affidate a giornalisti e “ritmo radiofonico”. La quantità di prodotto che mettiamo a disposizione delle nostre emittenti è elevata: ma puntiamo ,ovviamente, anche alla qualità. Un network commerciale deve, giustamente, sottostare alle regole dettate dalle scelte imprenditoriali dell’editore: negli ultimi dieci anni il lavoro delle agenzie di stampa radiofoniche e delle radio nazionali hanno alzato molto il livello qualitativo dell’informazione del nostro paese costringendo la Rai a fare scelte che in regime di monopolio nessuno immaginava.
Hai un blog, come Pino Scaccia, come lo aveva Enzo Baldoni ed altri colleghi ancora; io ho un sito, che gestisco in modo diverso da un blog. Le nuove tecnologie sono comunque diventate indispensabili per comunicare, professionalmente o meno, per trasmettere emozioni e per dare informazioni che nei mezzi tradizionali per molti motivi non si possono dare. Vorrei una tua riflessione.
Sono contrario a “raccontare” il mio Blog . Un diario è una cosa intima che non fai leggere ai tuoi “parenti stretti”. In rete si trova di tutto e tutti possiamo contribuire a migliorare l’informazione. Io cerco di dare il mio modesto contributo facendo sentire molte cose che in Agenzia non possiamo trasmettere. Chi fa il nostro mestiere ha il dovere dell’obiettività e dell’imparzialità anche quando la tentazione di esprimere pareri è forte . Nel mio blog posso dire come la penso “senza rete” . Credo che le nuove tecnologie abbiano rivoluzionato il nostro modo di lavorare…. Non ricordo come potevamo farne a meno.
I nostri diversi percorsi professionali ci hanno però portato ad avere amici e conoscenti comuni, anche perché ci è capitato di incrociare ogni tanto le strade lavorative; personalmente, devo molto alla mia esperienza con Area, agli anni televisivi locali e poi a quelli di Rds con la direzione di Teo Bellia. Quali sono stati per te i momenti cruciali, quelli che lavorativamente ti hanno formato di più?
Area è stata la mia famiglia per molti anni e sicuramente un luogo dove la mia formazione si è completata. Ho condiviso un pezzo di strada con Matteo Cortese, Romolo Sticchi, Filippo Corsini, Alessandro Tiberti, il mio amico Ettore Guastalla che mi ha dato un sacco di consigli quando è partita GRT e che hanno fatto di Area una grande realtà nel panorama informativo italiano. Credo di aver dato un contributo a renderla più vicina al mondo della radio. Lì ci sono ancora persone che faranno per sempre parte della mia vita anche se i nostri percorsi si sono allontanati per “esaurimento” e un modo completamente opposto di rapportarsi con il mondo della radio. Ho avuto anche il piacere di progettare insieme al mio amico Alberto Baldazzi “Italia Radio”, esperienza naufragata come buona parte dei tentativi editoriali della sinistra italiana. E’ stata comunque una bellissima esperienza . Tra i progetti che abbiamo realizzato in questi anni, la costruzione della syndication Nonsolomusica è stata tra le più esaltanti. Con Danilo Sinibaldi abbiamo lavorato con passione su alcuni punti forti della programmazione delle nostre radio riportando, sulla radio italiana, un programma notturno come W la notte Viva, prima condotto da Awana Gana, poi da Angelo De Nardis e adesso con Stefano Cipolletta. W la notte viva ha un grande successo tra la “gente della Notte”. Nonsolomusica raggruppa le emittenti che hanno consentito all’agenzia Grt di “partire”. Non posso dimenticare che in questi anni ho continuato a fare l’editore in Toscana e che la mia radio mi ha dato molto in emozioni e professionalità. Ho avuto la fortuna di lavorare con belle persone di confrontarmi e aver rapporti di stima reciproca con quasi tutti gli editori nazionali. Da questo punto di vista mi considero un fortunato.
Quanti nomi cari anche a me…Tu sei una persona molto pratica, forse un po’ per il carattere e un po’ perché lo specifico del nostro lavoro ci porta a entrare subito nel merito delle questioni. E allora, con la tua praticità e schiettezza, ti chiedo quale consiglio daresti a un ragazzo che vuole fare il giornalista.
Se un giovane ha la passione per questo lavoro non deve mollare. Insistete.. Cercate anche una piccola redazione radiofonica e non mollate…. scoprirete con il passare del tempo che non esiste al mondo un lavoro più bello : lo ripeto sempre a me stesso quando la sera torno a casa stanco o quando, spesso, suona la mia sveglia alle 4 ….a.m. Quando abbiamo iniziato noi era tutto diverso. Siamo partiti negli anni ottanta per Roma con “l’incertezza” di una prospettiva. Oggi ci sono più certezze e vale la pena di provare.
Io non ho figli, almeno per ora, e quindi non mi sono posto il problema del loro futuro, e del seguire o meno le orme paterne. Tu sei felice che i tuoi figli abbiano nel loro Dna la passione per la radio?
In realtà i miei due figli lavorano in radio. La scelta è stata loro. Hanno respirato “etere” nella pancia della mamma , che ho conosciuto a quel concerto di Venditti del 1976 e che ho sposato qualche anno dopo, e che ha fatto della radio la sua ragione di Vita. Tornando ai miei figli: sono orgoglioso di loro perché sono dei “radiofonici”
Che cosa ti piacerebbe fare nella vita, professionale e privata, che non hai ancora fatto?
Ho fatto quasi tutto ciò che mi piace … Mi piace cambiare e quindi vorrei partecipare a un nuovo progetto , ma al momento mi manca il tempo... Nella vita privata: un mese di ferie con la persona che amo.
Caro Davide. Intanto grazie per questa intervista. Sai che qui a Grt le gerarchie “non sono una scienza applicata”.. Da collega , e non da direttore, Ti dico che sono davvero orgoglioso di averti nella nostra squadra. Vista la tua lunga “militanza” nell’informazione nazionale la mia domanda è semplice…..
Puoi descrivere in poche righe il tuo impatto con Grt?
Direi molto positivo, anche se mi sono trovato in una situazione lavorativa diversa da qualsiasi altra precedente, Area compresa. Di bello c’è che l’ambiente è “sano”, e che c’è un rispetto di fondo tra tutti. Naturalmente, un lavoro come il nostro porta prima o dopo ad avere visioni differenti, magari anche qualche “scontro”, ma tutto si ferma lì. Io invece – e di sicuro anche tu- ho vissuto ambienti dove, oltre alla tensione del lavoro in sé, ti giravano intorno tensioni interne che, anche se non ti riguardano da vicino, rischiano di intaccare ciò che stai facendo. Io sono qui per imparare, perché da ogni momento e situazione della vita c’è da imparare, e guai se non fosse così. Detto questo, sono io che ti ringrazio per aver sviluppato in modo interessante la nostra chiacchierata.
Alcune foto dell'Agenzia GRT