UNA MATTINA A RADIO CAPODISTRIA

Foto ricordo, tra Luca Lazzari e il "padrone di casa" Graziano D’Andrea

Io e Luca (l’amico di sempre, Luca Lazzari di Rds), non avevamo praticamente dormito. L’appuntamento era poco dopo le sei sotto casa mia, a Mestre, per una giornata davvero speciale. Le persone della mia generazione che si occupano di radio e che sono originarie del Nord Est possono capire la nostra emozione: eravamo attesi a Radio Capodistria, l’emittente ascoltando la quale siamo cresciuti. Luciano Minghetti e le sue "lettere", oppure Branko quando ancora non si occupava di astrologia ma faceva l’annunciatore e dispensava "trenini di auguri" da Musica per voi, le voci di Giorgio Visintin, Dario De Simone, Maria Pfeifer, Bruna Alessio, Rosa Lojk-Francesconi che si alternavano nella lettura dei notiziari, Week-end musicale con Majda Santin e Sandro Damiani… tutto questo mi era passato davanti in una notte quasi insonne, durante la quale pregustavo l’avvenimento storico, nato per la mia amicizia con Graziano D’Andrea, conduttore della Radio Capodistria di oggi che anche in quella di ieri avrebbe fatto la sua ottima figura. Luca, da me passatogli al telefono, gli aveva confessato il sogno di una vita: parlare per una volta a quel microfono, al microfono di Radio Capodistria. L’idea è diventata subito una cosa da fare, e nel giro di due settimane l’abbiamo impostata e fatta: noi ospiti di Radio Capodistria, nel programma mattutino Buona domenica, un contenitore di 4 ore! Così, venerdì mattina siamo partiti da Roma e abbiamo raggiunto il Veneto, aspettando il grande giorno.

Si parte, dunque, destinazione Slovenia: il viaggio procede normalmente, ci fermiamo anche in un autogrill a fare colazione, distratti dai manifesti che reclamizzano i folkloristici "panino valtellinese" e "panino trentino", ricordandoci che qui il cornetto torna a chiamarsi brioche, e la "bomba" krapfen. Siamo nel Veneto, nella nostra terra, e stiamo per lasciare il confine di stato.

Ma come in ogni sceneggiatura scritta dal destino e non da Stanley Kubrick, l’imprevisto è in agguato, e l’auto di Luca, che ha combattuto tante battaglie, compresi alcuni traslochi, decide in quel momento di combinarci uno scherzetto. Un rumore metallico, che sembra una canzone trasmessa dall’autoradio, ma non è così: siamo a San Giorgio di Nogaro, e sentiamo uno stranissimo e misterioso sfrigolio: un problema che ci mette addosso i brividi. Io cerco di esorcizzare, parlando di qualsiasi cosa, Luca, che guida, ovviamente, va molto piano. Intanto arriviamo a Trieste, e Graziano, che ha preparato la grande accoglienza, comincia alle 8 la sua trasmissione da solo. Per noi la cosa importante è arrivare, arrivare in Slovenia, concludere il viaggio senza che la vettura ci lasci a piedi. Trieste, Muggia, Confine di stato, documenti… Slovenia! Intanto Graziano legge l’oroscopo di Elena e spiega che sta attendendo due ospiti. Alle 8.30 siamo a Capodistria e, grazie alle indicazioni di qualche abitante, raggiungiamo Piazza Brolo; mentre l’algido Robi Mozetic comincia la lettura del giornale radio del mattino, arriviamo al palazzo di Radio Capodistria, dove ci accoglie, abbracciandoci, Graziano. Con lui Silvio, il ragazzo che cura il suo sito e che sarà per un giorno il nostro "fotografo ufficiale". Continuerà a scattare durante tutta questa giornata.

Caffè della macchinetta, visita ai cimeli, foto di Luca davanti alla statuetta originale del mitico pifferaio di Tele Capodistria. Alle 9 entriamo nello studio 01, quello della diretta, e si comincia: Buona domenica edizione speciale, recita nella sigla la splendida voce di Sergio Rebelli. E Graziano parte, ci introduce, noi spieghiamo la nostra emozione, il sentirsi dentro un vero pezzo di storia; sarà un discorso ricorrente, fatto di ricordi e riflessioni, anche sul ruolo che questa radio ha avuto nel migliorare i non sempre facili rapporti tra l’Italia e la Slovenia. I nostri racconti legati alla radio e alla tv, i ricordi colmi di affetto che – saprò più avanti – commuoveranno Bruna Alessio, volto e voce storica di Radio e Tv Capodistria, e oggi responsabile dei programmi di intrattenimento radiofonici. E momenti di scherzo puro, anche se comunque da parte di tre professionisti della radio, specialmente quando chiameremo al telefono in diretta Roberta Zanfranceschi, mia cara amica ed ex collega di radio che certo non passa inosservata, e gli altri maschi della comitiva – e poi eravamo tutti maschi in quello studio - lo fanno notare, compreso il simpaticissimo fonico Marko Zigon, che non lesina effetti di bacio, prendendosi qualche occhiataccia da Graziano.

Le pillole di Collezione privata, ognuno di noi propone un brano-simbolo: io scelgo la struggente It’s over dei Level 42, Luca propende per i Depeche Mode e Enjoy the Silence. Graziano conduce e si diverte, è felice per la trasmissione e perché è in onda con due amici; durante le pause ci porta in giro per la radio, ci fermiamo in redazione, dove conosco Bojan, simpatico e logorroico caporedattore di turno, giustamente orgoglioso del suo lavoro, Alessio Potocco redattore sportivo, e Sergio Rebelli, stranamente in turno di redazione nonostante sia un "numero uno" nella lettura dei notiziari. Con loro, e con l’impiegata di segreteria (che a Luca-Olep non passa inosservata, e in diretta lo dice) si sviluppano discorsi interessanti e seri, che solo la necessità di tornare in onda interrompe.

In studio, poi, conosciamo la simpaticissima Daniela Sorgo, conduttrice di turno dello storico Musica per voi, quello del trenino di auguri; parla sempre in dialetto triestino, è gioviale, divertente, è facile socializzare con una persona così positiva. Poi io e Graziano telefoniamo fuori diretta a Dean Rogosnica, influenzato, annunciatore nostro coetaneo ma la cui stentorea lettura dei notiziari fa venire un brivido di commozione, perché ricorda l’ufficialità dei vecchi appuntamenti informativi di Radio Capodistria; io glielo dico, perché lo stimo e voglio che sappia che questa sua lettura è un pregio, e che quando il notiziario è letto da lui, da Rebelli o dallo stesso Graziano non ce n’è per nessuno, anche se qui aggiungo di diritto all’elenco anche la voce di Mariella Zanko.

In regia, ci facciamo raccontare da Marko come funziona il tutto dall’altra parte del vetro: il mixer, la messa in onda digitale, ma anche i vecchi 45 giri che ricompariranno in Musica per voi dove il tempo sembra essersi magicamente fermato, un registratore a bobine tenuto solo per casi di emergenza. Facciamo un salto anche a Radio Koper, l’emittente che trasmette in sloveno. Troviamo due fonici; una è Nina, che alle 13 subentrerà a Marko nel canale italiano e scoraggia subito con parole di fuoco qualche galanteria di qualcuno dei miei amici (ma Graziano li aveva avvertiti). L’altro fonico, scherzando ma non troppo, ci spiega come funziona la programmazione domenicale slovena, che va praticamente in automatico, dicendo che i conduttori ci sono, ma sono invisibili, noi poveri mortali non possiamo vederli, ma sono in studio e parlano al microfono.

Marko ci consegna il cd realizzato dal gruppo musicale di cui fa parte come batterista; io e Luca lo ascoltiamo con attenzione, ci piace molto, preferiamo la versione slovena a quella inglese, perché il cantante (che si ispira a Piero Pelù) si esprime meglio. Un buon rock, un pezzo che i network potrebbero tranquillamente passare; spero davvero che i Sons trovino un produttore, lo meritano.

Le ore scorrono, in onda ci siamo divertiti ma sono stati anche momenti di buona radio; a mezzogiorno, puntualmente, si chiude il programma e la linea passa a Musica per voi e a Daniela. Silvio, dopo ore di scatti imperterriti, sfida il gelo e va sul balcone a fumare insieme con Rebelli e la segretaria. Intanto Graziano va in sala controllo ad ascoltare la registrazione, e io e Luca dalla regia seguiamo la messa in onda di Musica per voi, e poi del notiziario, attendendo che Marko stacchi per andare tutti insieme a mangiare.

Inevitabili le foto di gruppo sia davanti alla sede della radio che a quella della tv; poi qualche scatto lungo il centro di Capodistria, che ha conservato tratti e caratteri architettonici del periodo del dominio veneziano, fino alla pizzeria, dove non ci sono più i professionisti della radio, ma cinque amici che ridono, scherzano, parlano e si raccontano. E qui, dove c’è la vista sul porto di Capodistria, scopriamo che porto, in sloveno, si dice luka. Inevitabile che io scatti una foto a Luca Lazzari davanti alla scritta Luka Koper!!!

Sono le tre del pomeriggio e comincia il difficile viaggio di ritorno, lento perché non sappiamo che guaio abbia l’auto; Graziano la "scorta" fino al confine, poi ovviamente va con Silvio verso Trieste, e noi imbocchiamo l’autostrada, lentamente. Il giorno dopo sapremo che abbiamo viaggiato con il cambio rotto.

Ma forse anche questo inconveniente serviva per rendere questa giornata indimenticabile; abbiamo parlato a Radio Capodistria, a quei microfoni dai quali Minghetti, Branko, Bruna Alessio, Visintin e tanti altri hanno contribuito a infonderci la passione per il nostro mestiere. Sia a me e Luca, sia a Graziano, che ci ha fatto vivere questo sogno. Aspettando, a Roma, il "girone di ritorno".

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