La storia professionale

(seconda parte)

Proprio in quel periodo però stava maturando il germe del mio trasferimento romano, perché avevo iniziato nel ’95 a fare il corrispondente per RDS, cioè Radio Dimensione Suono. Per loro avevo seguito anche l’incendio della Fenice, i processi alla mala del Brenta, quelli per lo scandalo-tangenti e altri avvenimenti ancora. Così rimasi fermo solo per un mese: mi chiamarono il direttore artistico Marco Minelli e il capo delle news Franco Scarsella. La prospettiva era il turno di notte, ma lo feci fisso solo per tre mesi.

Il momento più creativo, che coincise con l’attestazione di RDS al primo posto negli ascolti radiofonici, li considero i tre anni di direzione delle news da parte di Teo Bellia: sperimentammo molto, nonostante fosse una radio commerciale e nonostante ci fossero troppi galli nel pollaio dei conduttori delle news.

Verso la fine del ’99, tutto finì, perché fu designato alla guida delle news Bruno Ployer, che concepisce la radio in modo antitetico rispetto a Bellia e, lo dico con molto rispetto nei confronti della sua professionalità, anche rispetto a me. Cominciai allora un’altra avventura, in un network più antico ma sotto certi versi con più lacune professionali rispetto a Rds: Radio 101, la vecchia Radio Milano International. Il caporedattore Filippo Rossi voleva, a colpi di "logo" davanti alla telecamera, dare una maggiore visibilità ed importanza alla sede di Roma, osteggiata da alcuni "capi storici" della radio milanese, seguiti anche da altri personaggi che poi si sono pentiti di averlo fatto. Infatti alla fine, per tutte le vicende giudiziarie abbattutesi sull’emittente e sulle quali ovviamente non mi soffermo qui perché risapute, la sede di Roma è stata davvero chiusa. E io, che mi sarei dovuto trasferire a Milano dopo nove anni che vivo qui, mi sono dimesso, prendendomi del "pazzo"da molti dei miei ex colleghi. Sarà… io in un posto devo starci bene, devo divertirmi a svolgere il mio lavoro. Se diventa una routine, se vengo trattato come un numero, non mi diverto più. Se mi viene tolto quello che mi piace più fare, parlare agli ascoltatori, magari solo leggendo delle notizie, mi sento un travet, uno scaldasedia, e non fa per me.

Nel luglio 2005 comincia un'altra avventura, all'agenzia radiofonica GRT. Ma questa è storia di oggi...

Chiudo questo capitolo(per ora) con due date per me molto importanti:

il 29 settembre 1986 divenni giornalista pubblicista;

il 22 febbraio 2001 divenni professionista, con un esame che è stato uno dei momenti più belli della mia vita, anche se molto faticoso.

Perché nel frattempo sono passati 15 anni? Ahi, caro praticantato, quanto ti ho cercato….

 

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